(Questo estratto è prelevato a partire da pag. 117 – NON è il racconto completo)
Flashback: (Con la voce fuori campo di Hogarth) Scorrono delle foto di una sarabanda meccatronica della nuova moda imperante, future cheap & chicken, con protagonista un modello dal fisico voluminoso che indossa dei prototipi fantascientifici e aerodinamici di scafandro del genere urban legends per taglie forti; alternate a queste immagini, vengono mostrate le foto segnaletiche della Polizia Circense del Crimine Indie Rock relative a quello che sembra essere lo stesso giovane, anche se vestito diversamente, e guarnito di adesivi 3D geometrici posizionati intorno al bordo della maglietta color pistacchio con sbaffi argento che rende ancora più voluminosa la sua fltta barba sagomata, da giovane dominatore della paella e dei sorbetti al lampone e all’escargot.
Hogarth spiega: “La situazione sommariamente sembrava quella di… un tipo che assomiglia molto al “nostro” Alehandro, il contrabbandiere di liquirizia lisergica e cattiva poesia, tranne per il fatto che si è tinto biondo una striscia circonflessa di capelli, dalla basetta destra alla nuca sudata a rotoli, e che si sforza di vestirsi meglio, con maglioncini a righe da fighetto; questo qui ha avuto un incidente col suo motocarro spider sul viadotto della Magliana… Pare che quel tipo di mezzo, proprio perché romba, sbanda e slitta via sulle strisce divisorie come se fosse un pezzo di burro coi pattini, possa essere portato anche senza patente. La faccia e la barba sono quelle che sono… Secondo me è lui, è Alehandro, in una nuova veste hip hop, acquamarina, stupid cool, di gran successo… Ma ammetto che il segnale era disturbato, sembrava che le autorità volessero enfatizzare certi aspetti e lasciare indeterminati altri. In particolare, i testimoni oculari disadattati, gli inquirenti ubriachi, e la sindaca spaventosa e con gli occhi truccatissimi da incompetente ma vendicativa, tutti dicevano che quello era un giovanissimo attore noto per aver interpretato il personaggio di Yassek nella nuova serie dark pop “Mi consolo col gelato”, e che ora lottava tra la vita e la morte in un ospedale-oleodotto, il 17 giugno 2007, all’età di 17 anni nonostante quella barba di merda, perché pare che, per provare le portentose emozioni di una scorribanda sulle autostrade del libero circuito labirintico inquinato di Roma Sud-Ovest, fosse stato volontariamente investito dall’automobile sepolcrale grigia, tormentata da tergicristalli graffianti, di un pensionato che invidia i ragazzini e li critica per il fatto che non fanno tutti i pony express portandogli a domicilio le fusaje. Pare che i soccorsi siano arrivati sotto al viadotto, dove il giovane è precipitato a faccia in giù, solo tre ore dopo, quando il ragazzo per il dolore aveva già fatto in tempo ad ingoiarsi un fanale anteriore di un’altra macchina, che nella sede stradale sottostante al cavalcavia procedeva in senso inverso proprio per significare che i giovani devono mantenere una velocità moderata e non procedere in senso inverso su tutto”.
Mentre scorrono altre immagini in un montaggio frenetico e smangiucchiate da effetti speciali digitali banali, con pupazzetti-teschio e tavole da surf rosa shocking, dobermann che ringhiano, mutandine da donna usate come elastico contro le zanzare, foto di gruppo di pregiudicati che alzano il dito medio, grappoli di istantanee di cadaveri trucidati vicino al mercato di Monteverde, e giganteschi fermacapelli fosforescenti con la scritta dirty Barbie, e lucidalabbra da uomo usati come ciondolo dei lacci da scarpe da basket vintage,
la voce di Hogarth continua nel suo resoconto:
“Tra i funzionari più sfigati di quella speciale Polizia, c’era chi sosteneva, affidando questa riflessione ad una TV privata scalcagnata che si mantiene solo con e per le televendite di cozze, che si cercava di piantonare la stanza d’ospedale dov’era ricoverato il ragazzo pensando che, in quanto attorucolo e in quanto fotomodello, potesse essere nel mirino di organizzazioni trash che cercano di veicolare messaggi sulla combinazione tra pasticche di antidolorifico e rhum delle Antille, eppure il funzionario diceva che secondo lui questa misura cautelativa era giustificabile solo tenendo conto che anche Philip K. Dick era avvezzo a trovare schemi e collegamenti ovunque, anche nelle sue opere. Il funzionario Meltzman, messo alle strette anche per la forma del suo naso sottile la cui punta adunca mostra due grandi narici che lo fanno parlare con un forte accento belga, è stato costretto a spiegare che, in particolare, il geniale scrittore originario di Chicago aveva gigioneggiato con toni metafisici e altisonanti, appena temperati dall’ironia che lo aveva anche reso celebre, e comunque in modo coinvolgente, sul fatto che tre delle sue opere potessero essere considerate una trilogia – non propriamente organica, verrebbe da dire; mentre probabilmente certe forme di divinità – quella era la tematica dei tre romanzi – non l’avrebbero permesso per non finire poi effigiate negli sfondi lampeggianti dei flipper californiani. Analogamente, perché in un mondo normale si dovrebbe supporre che un giovanissimo fotomodello e attore saltimbanco possa rivestire un interesse per i contrabbandieri di poesie italiani o per gli emuli di Freddy Krueger?”
E invece, successivamente, in base al rapporto di un altro corpo di Polizia, quello Rionale Squallido, pare che una recinzione di fil di ferro e lastre traforate di mertallo che era posizionata fuori dalla casa dove il ragazzo viveva da solo con i genitori trentenni usati come schiavi per preparargli le zuppe di mostarda all’americana, era stata abbattuta in un punto, da ignoti, e che il suo appartamento era stato messo sottosopra nel senso che era ancora abitabile ma che forse qualche aspetto della realtà era stato ribaltato. Ma nessuno approfondì i possibili moventi; il solito funzionario Meltzmann, che pure non avrebbe mai voluto esporsi così tanto, per via delle sue narici, disse ad una signora sui sessanta che aveva un banchetto dove vendeva toppe jeans fatte da lei, che “…cercare un movente vuol dire smuovere le cose, e nessuno ha voglia di muoversi per farlo”. E la signora rispose, bonaria: “Volete trasformare Roma Sud in una Los Angeles di borgata; e vabbè, io all’età mia che vve pozzo fa’??”
Certamente lo strano incidente sembrava che avesse stroncato tragicamente la promettente carriera di un attorucolo un po’ scemotto ma nonostante ciò non ancora del tutto noto al grande pubblico. E invece… il giovanottello s’è ripreso, ha fatto una espressione orrenda, mefistofelica, strizzandosi la barba con le mani ancora fasciate per le ferite e ha detto: “Non è niente, so io adesso quello che devo fare”, e il terzo capitolo della nuova serie, con lui come comparsa appariscente, strizzato in un costume da giraffa fatto di tessuto giallo e arancio di spugna, è stato presentato in anteprima venti giorni dopo, a Luglio, a Riccione. Ma il regista Snapp, un uomo disinvolto che cerca solo di valorizzarsi per potersi comprare la dodicesima casa a Malibu, ha detto: “L’orribile incidente dona qualcosa in più a quel ragazzetto: ora non è solo brillante, gentile, senza molte cose da dire eppure divertente ed estremamente talentuoso; no, adesso ha pure una sfumatura tremenda, il classico nonsocché”.
Immagini e voci prese tra il pubblico: “Poverino, mi piaceva molto, prima”; “…era stupido, ma non come me, lui aveva il suo perchè. Ora sembra un po’… ma è sempre lui”; e anche: “In questi casi si dice: non è che fosse un bravo attore, ma ora viene il dubbio che sia anche scarso come persona, però io gli voglio bene lo stesso per forza d’inerzia”. Un cartello tenuto alto con le braccia da una ragazza nuda con capelli azzurri che però la coprono tutta reca la scritta: “Cmq l’incidente era legato alla cintura di sicurezza modello ippopotamo. Si è strappata. Facesse una dietaaaaaaa, il pargolo!”, ma un’altra ragazza, con una coroncina di plastica in testa, si rannicchia a terra sul bordo di un giardino di fronte al set della nuova puntata e piange: “Quanto è stato sfortunato questo ragazzo: non è buono a fare una sega, e ora ci mancava pure l’incidente!”
Hogarth conclude: “Alehandro, grazie al suo superego, è riuscito dunque a mettersi al posto di questo ragazzo, il cui vero sé è perito nell’incidente, e adesso il bastardo, il contrabbandiere di poesia e liquirizia tra la Garbatella e la Montagnola, impossessandosi di quel corpo, simile a lui, lo ha reso un po’ più odioso ma in misura trascurabile, accettata dai fans, e così Alehandro ha potuto fare il pieno d’affetto di un diverso pubblico, viene considerato ora un ragazzetto barbuto superficiale ma glitterato, patinato, iridescente e con una nuance da potenziale stronzetto. Con questa nuova identità Alehandro può inseguire il suo nuovo obiettivo, la vendetta. Anzi, la vendetta per la vendetta di Vanessa e Wilbur e la ritorsione sugli altri autori di questo video scombinato. E mi pare che abbiate capito quale sia stata la sua prima mossa, ma ve lo dico lo stesso perché siete così giovani, ragazzi, che avete pure il diritto a essere un po’ distratti, soprattutto considerando le qualità di Sharon e di quella Vanessa icona lesbo che forse si porta dentro ma che ogni tanto continua a ricomparire da semi-morta”.
Grant: “Eh, certo, Hogarth, è così, siamo distratti, ma allora dicci tu qual è stata la prima mossa del nuovo Alehandro, please; e voglio sperare che io non stia sudando per questo motivo”.
Hogarth: “No, è che fa caldo, in effetti; quindi adesso qualche brivido potrà farti bene. Il nuovo Alehandro, che ha preso il nome quindi del giovane attore del Nevada, che è Rhino Weller, in una pausa di due giorni delle riprese del telefilm ha contattato in tutta segretezza, usando il deep web, quel sanguinario Skartberg di cui vi parlavo nella scena 33 c”.
(…continua; questo è solo un estratto…)
il7 – Marco Settembre
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