Autore: Tarik Saleh
Anno (uscita ufficiale): 2009
Nel Cast (voci): Vincent Gallo, Juliette Lewis, Udo Kier, Stellan Skarsgård, Alexander Skarsgård.
Trama: “Nel 2024 le risorse energetiche tradizionali si sono del tutto esaurite (confermando la teoria profetizzata dal pastore inglese Thomas Robert Malthus nel Saggio sul principio della popolazione e i suoi effetti sullo sviluppo futuro della società), le borse e i mercati sono crollati, scatenando a sanguinose guerriglie a livello locale. L’Europa è riunita in un’unica macro-nazione, controllata dalla Trexx, azienda che ha costruito un intricato sistema di metropolitane e treni sotterranei che collegano le città superstiti, visto che le comunicazioni postbelliche sono state rese permanentemente messe fuori uso dai conflitti e dall’inquinamento conseguito all’abnorme spreco di risorse che ha causato al crisi energetica. Roger Olafsson, impiegato al call-center, devia un giorno dalla schiacciante routine per seguire la bionda e misteriosa Nina, da Stoccolma fino a Parigi, inoltrandosi nei sotterranei di un grande mistero, che renderà conto anche della voce che sente nella sua testa…” (fonti: Wikipedia, MYmovies)
Metropia è un film cyberpunk non certo convenzionale; è uno spaccato di una distopica realtà metropolitana (che il titolo arrivi proprio da Metro+Distopia? Presumibile.) dai toni cupi, alienanti, claustrofobici.
L’animazione 3D è surreale, mostra individui più simili a omuncoli che a esseri umani (testa enorme, corpo abbozzato, sproporzionato), eppure la sensazione è quella di penetrare realmente nella dimensione psicologica dei personaggi, primo fra tutti il protagonista Roger, anche grazie alle straordinarie espressioni facciali (negli occhi di Roger c’è stanchezza, alienazione, a tratti dubbio e eccitazione).
Il punto per così dire “debole” di questo film cyberpunk (comunque sia molto ben riuscito), è probabilmente la rapidità con cui si sviluppa e si chiude la storia. La trama, pur presentando interessanti elementi, non è approfondita come saremmo portati a credere. Nonostante ciò, se controllo del potere, dei mercati e delle menti da parte di una sola, totalitaria multinazionale o organo di governo (laTrexx) è un cliché tematico piuttosto frequente nei film cyberpunk (e in generale distopici), Metropia lo affronta con una certa originalità degna di nota (a partire dalla scelta della particolare animazione 3D).
Punto di forza e uno dei meglio sviluppati è invece l’ambientazione. L’Europa collegato da una sola, unica “Metro” è descritto con immagini molto significative. La pioggia rende melanconico l’ambiente esterno cupo e degradato, la metro è grigia e squallida, ogni essere umano è ormai esteriormente apatico e rassegnato e interiormente vittima di continui dubbi amletici insinuati e allo stesso tempo risolti dalla “voce nella testa” della multinazionale Trexx, gli appartamenti e le costruzioni sono degne di Matrix. Film come Matrix, Cypher, Equilibrium, L’esercito delle 12 scimmie ma anche romanzi come 1984 e Brave New World sono solo alcune delle influenze che questo film ha raccolto dal ricco immaginario distopico/cyberpunk. Un film cyberpunk che Diego Altobelli ha definito con la calzante espressione “Suggestivo affresco metropolitano“. Consigliato.